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Manuale pratico sulla legge 40/98
ENTRARE IN ITALIA - ottenere un visto di ingresso prima di lasciare il proprio paese - superare i controlli della polizia alle
frontiere italiane Non è necessario il visto per chi si trova
all'estero, ma ha già un permesso di soggiorno ancora valido. Se invece il
permesso scade mentre si è all'estero, per tornare in Italia e rinnovarlo
occorre chiedere il visto. Una particolare modalità d'ingresso, che
consente di raggiungere un familiare già regolarmente soggiornante in Italia,
è il ricongiungimento familiare.
Che cosa è il visto? E' un'autorizzazione rilasciata dalle autorità
diplomatiche italiane all'estero, che viene apposta sul passaporto e consente al
cittadino straniero di entrare in Italia. Esistono diversi tipi di visto, che si
differenziano secondo il motivo dell'ingresso. Senza un visto non è possibile
entrare legalmente in Italia. Dove si richiede il visto per poter entrare in
Italia? Alle ambasciate e ai consolati italiani in
Cina, presentando i documenti specificamente richiesti per ciascun tipo di
visto. Nella richiesta bisogna specificare il motivo per cui si vuole entrare in
Italia. Il visto può essere rilasciato a un minore di
18 anni? Sì, ma se viaggia solo o accompagnato da
persona che non esercita la potestà genitoriale o la tutela, bisogna presentare
all'autorità diplomatica italiana il permesso scritto del genitore o del
tutore. Come deve essere espresso dal consolato
italiano il rifiuto del visto? Sempre con un provvedimento scritto e
motivato, in una lingua comprensibile dall'interessato o, se non è possibile,
in francese, inglese o spagnolo. Chi non può ottenere un visto di ingresso e
non può in nessun caso entrare in Italia? Chi è già stato in Italia o in un altro dei
Paesi aderenti al patto di Schengen (Fanno parte del patto di Schengen:
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi bassi, Portogallo, Spagna e Svezia) e è
stato espulso da uno di questi Paesi.Chi è segnalato nella banca dati delle
polizie degli stati Schengen come persona pericolosa per l'ordine e la
sicurezza. Con un visto per entrare in Italia si possono
attraversare altri paesi europei? Sì, si possono attraversare gli stati del
patto di Schengen purché si arrivi in Italia entro 5 giorni dall'ingresso in
uno o più altri paesi Schengen. Quali sono i principali tipi di visto? Visti d'ingresso
per lavoro Ogni anno il governo italiano stabilisce le
quote d'ingresso dei lavoratori extracomunitari, cioè il numero massimo di
domande di ingresso per lavoro e per ricerca di lavoro che possono essere
accolte. Perciò chi chiede di entrare in Italia, anche se possiede i requisiti
necessari e segue correttamente le procedure definite dalla legge, potrà
ottenere il visto d'ingresso solo se vi sono ancora posti disponibili. Vi sono però alcune categorie particolari di
lavoratori subordinati per i quali non si applica il limite delle quote
d'ingresso:
I visti per motivi di lavoro possono essere
per: lavoro autonomo, lavoro subordinato, lavoro stagionale,
ricerca di lavoro. *Visto per lavoro autonomo [ da precisare] Viene rilasciato a chi intende svolgere
un'attività autonoma o professionale, a condizione che non si tratti di
un'attività riservata dalla legge ai cittadini italiani e che sussista la
cosiddetta reciprocità (cioè che sia possibile a un cittadino italiano
svolgere la stessa attività in Cina). Ai familiari del titolare di questo visto può
essere rilasciato un visto per "motivi familiari", con il divieto di
lavorare in Italia. Se invece i familiari intendono lavorare, non possono
entrare in Italia con il titolare del visto, ma dovranno restare in Cina e
richiedere successivamente un visto di ingresso per ricongiungimento familiare
(vedi capitolo in proposito). Documenti:
1) dimostrazione della disponibilità economica adeguata all'attività che si
vuole intraprendere; 2) possesso dei requisiti previsti dalla legge
italiana per l'esercizio della singola attività, con relativa attestazione
dell'autorità cinese competente in data non anteriore a 3 mesi; 3) dimostrazione della disponibilità di una
sistemazione alloggiativa in Italia; 4) reddito annuo superiore al livello minimo
previsto dalla legge italiana per l'esenzione dai contributi sanitari oppure
corrispondenti garanzie da parte di enti o cittadini italiani, o di cittadini
stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. *Visto per lavoro subordinato [da precisare] Viene rilasciato a chi intende svolgere in
Italia un lavoro dipendente, ma solo su richiesta di un datore di lavoro
italiano o straniero regolarmente soggiornante che intenda assumerlo a tempo
determinato o indeterminato. Per la concessione dell'autorizzazione al
lavoro e del visto d'ingresso è necessario che il lavoratore si trovi in Cina
quando il datore di lavoro presenta la domanda. Documenti / procedura.
Il datore di lavoro deve: 1) presentare una
richiesta nominativa di autorizzazione al lavoro alla Direzione Provinciale del
Lavoro - Servizio Politiche del Lavoro, che verifica se il richiedente ha i
requisiti previsti dalla legge per assumere il lavoratore; quando si presenta la
richiesta occorre esibire copia del contratto individuale di lavoro stipulato
con lo straniero e impegnarsi a garantire al lavoratore un'idonea sistemazione
alloggiativa. 2) Dopo aver ottenuto questa autorizzazione,
il datore di lavoro deve richiedere alla Questura di apporvi il nulla osta
necessario al rilascio del visto e inviare questi documenti al lavoratore
residente in Cina, che li porterà all'ambasciata o consolato italiano per
richiedere il visto. L'autorizzazione al lavoro deve essere
utilizzata entro 6 mesi dalla data del rilascio. La legge prevede che se un datore di lavoro
che intende assumere personale straniero non conosce personalmente nessun
lavoratore residente all'estero, possa attingere a speciali liste di lavoratori
riservate ai cittadini di Paesi che abbiano stipulato specifici accordi
bilaterali con l'Italia (al momento la Cina non li ha stipulati). *Visto per lavoro stagionale Viene rilasciato a chi intende svolgere in
Italia un lavoro stagionale - cioè di durata da un minimo di 20 giorni a un
massimo di nove mesi nell'arco dell'anno - su richiesta di un datore di lavoro
italiano, o straniero regolarmente soggiornante. Documenti / procedura.
Analoga al visto d'ingresso per lavoro subordinato. *Visto per ricerca lavoro Viene rilasciato a chi intende venire in
Italia, per un periodo di tempo determinato, per cercare un'occupazione. Anche
per ottenere questo tipo di visto è necessario rientrare nel numero massimo
annuo di lavoratori che possono entrare in Italia. L'ingresso per ricerca di lavoro può avvenire
con due modalità diverse:
Visto per affari Viene rilasciato a persone che viaggiano per
motivi economici e commerciali, o per imparare o verificare il funzionamento di
macchinari acquistati o da acquistare nell'ambito di contratti commerciali e/o
di cooperazione industriale. Il richiedente deve dimostrare con adeguata
documentazione la propria condizione di operatore economico - commerciale e
l'effettiva finalità economico - commerciale del viaggio. Le rappresentanze diplomatiche italiane
favoriscono la velocità delle procedure di rilascio dei visti a chi viaggia per
affari, soprattutto se si tratta di persone direttamente note o attese e
segnalate da imprese italiane positivamente conosciute. In caso contrario, prima
di rilasciare il visto la rappresentanza italiana richiede documentate garanzie
sull'affidabilità degli operatori italiani che invitano o sponsorizzano il
richiedente. Può essere rilasciato anche a accompagnatori
per ragioni di lavoro (collaboratori, segretari ecc.), ma solo dopo la verifica
della loro condizione professionale e se il loro sostentamento in Italia viene
garantito dal titolare del visto per affari. Il familiare convivente che accompagna il
viaggiatore può ottenere un visto per motivi familiari. La validità del visto ha una durata da 90 a
365 giorni. Se il periodo è inferiore a 90 giorni, il visto per entrare in
Italia per affari viene rilasciato come Visto Schengen Uniforme. Non da diritto a lavorare in Italia. Visto per cure
mediche Viene rilasciato a chi chiede di entrare in
Italia per sottoporsi a cure mediche presso istituzioni sanitarie italiane
pubbliche o private. Può essere rilasciato anche a un accompagnatore. Ai minori
di 18 anni viene rilasciato previo consenso di chi esercita la potestà
genitoriale e a condizione che il minore viaggi con un accompagnatore. Documenti:
1) un certificato medico che attesti la necessità di sottoporsi a cure in
Italia; 2) dichiarazione della struttura sanitaria
italiana prescelta, dove si indica il tipo di cura, la data di inizio e la
durata presunta; 3) documentazione che provi la copertura economica del
soggiorno in Italia e dei costi delle cure. Le prove possono riguardare: le
disponibilità finanziarie del titolare del visto; una polizza assicurativa
italiana o cinese che copra i costi del caso; l'impegno di un ente o di un
privato a coprire le spese del soggiorno e della cura; 4) documentazione che
provi la disponibilità in Italia di vitto e alloggio per l'accompagnatore. Può avere durata breve fino a 90 giorni
(visto valido in tutti i Paesi europei del patto di Schengen), o lunga oltre i
90 giorni (valido per l'Italia). Non da diritto a lavorare in Italia. Visto per studio Viene rilasciato a chi intende seguire un
corso di studi superiori in Italia, oppure svolgere ricerche o altre attività
culturali a carattere continuativo. Non può essere rilasciato ai minori di 14
anni. Neppure può essere rilasciato ai maggiori di 14 anni che intendano
iscriversi a una scuola dell'obbligo. Visto d'ingresso per iscrizione a una
scuola superiore. Deve essere
richiesto alla rappresentanza diplomatica italiana presentando un'istanza con
numerosi documenti, tra i quali in particolare il titolo di studio propedeutico
al tipo di scuola cui si intende iscriversi, e una polizza assicurativa. Visto d'ingresso per iscrizione
all'Università. Ogni anno un decreto ministeriale stabilisce
il numero massimo di visti d'ingresso e permessi di soggiorno concedibili per
studio presso una Università italiana; perciò chi chiede di entrare in Italia,
anche se possiede i requisiti necessari e segue correttamente le procedure
definite dalla legge, potrà ottenere il visto d'ingresso solo se vi sono ancora
posti disponibili. Lo straniero deve in primo luogo presentare
all'Università prescelta una domanda di preiscrizione per l'ammissione alle
prove selettive di accesso previste per tutti i cittadini stranieri. Le
procedure di iscrizione variano da un'Università all'altra (vedi capitolo
L'istruzione degli adulti). Entro il mese di luglio ciascuna Università
esamina le domande e compila un elenco degli stranieri ammessi alle prove,
inviandolo alle rappresentanza diplomatiche italiane all'estero. Nell'elenco
sono indicati la sede, la data e l'orario delle prove. A partire dal 29 luglio le rappresentanze
diplomatiche italiane rilasciano il visto a chi presenta la relativa domanda,
con tutta la documentazione necessaria, e figura nella lista degli ammessi alla
pre selezione. Per ottenere il visto è necessaria una
garanzia economica che può essere dimostrata: a) tramite una lettera di credito
bancario di un istituto estero che assicuri la copertura di lire 1.000.000
mensili per almeno 6 mesi; b) tramite una certificazione che dimostri la
disponibilità di lire 1.000.000 mensili per almeno 6 mesi presso un istituto
bancario in Italia; c) eccezionalmente la rappresentanza diplomatica può
accettare una garanzia economica basata su documenti quali la dichiarazione dei
redditi, gli estratti bancari o dichiarazioni di garanzia fornite da enti
locali, istituzioni e enti vari, sia italiani che stranieri. Visto per
attività sportiva Viene rilasciato allo sportivo professionista
che intende esercitare la propria attività professionistica in base a contratti
con società sportive con sede in Italia. Non è sottoposto al regime delle
quote massime annue d'ingresso per lavoro. Il familiare convivente che accompagna lo
sportivo può ottenere un visto per motivi familiari. Durata: da 90 a 365 giorni. Se il periodo è
inferiore a 90 giorni, viene rilasciato come Visto Schengen Uniforme. Non da diritto a svolgere in Italia altre
attività lavorative. Per un periodo inferiore a 90 giorni è
possibile ottenere anche un visto per gara sportiva, che da diritto a
partecipare sia a singole competizioni sia a una serie di manifestazioni
sportive, professionistiche o dilettantistiche. Visto per lavoro
artistico Viene rilasciato sia per svolgere in Italia
un'attività artistica autonoma, pur se vincolata da un contratto di lavoro, sia
per poter lavorare con un contratto di lavoro subordinato. Non è sottoposto al
regime delle quote massime annue d'ingresso per lavoro. Lavoro artistico
autonomo: il richiedente deve presentare al consolato o
ambasciata italiana copia del contratto con la firma autenticata del gestore o
impresario per il quale lavorerà in Italia. Se né l'artista cinese nè
l'impresario italiano sono direttamente noti alla rappresentanza diplomatica
italiana come persone di sicura affidabilità, il richiedente deve esibire copia
di una "dichiarazione di responsabilità", indirizzata all'Ufficio
Speciale Collocamento dei Lavoratori dello Spettacolo (USCLS) con cui
l'impresario si impegna, in base al contratto, a non instaurare alcun rapporto
di lavoro subordinato. Lavoro artistico
subordinato: la procedura è analoga a quella generale
dell'ingresso per lavoro subordinato. In questo caso, però, la richiesta di
autorizzazione al lavoro deve essere presentata dal datore di lavoro all'Ufficio
Speciale di Collocamento dei Lavoratori dello Spettacolo (USCLS), dopo aver
previamente ottenuto lo specifico nulla osta della Questura. Visto per
adozione. Viene rilasciato ai minori di 18 anni che
vengono in Italia per essere adottati da un cittadino italiano. Non da diritto a lavorare in Italia. Visto per motivi
familiari. Viene rilasciato a chi accompagna in Italia un
familiare italiano, cittadino dell'Unione europea, o straniero titolare di un
altro visto di ingresso. Tuttavia non può essere rilasciato quando il titolare
del visto principale ha un visto per adozione, lavoro subordinato, reingresso,
ricongiungimento familiare, tirocinio, motivi familiari (tranne il caso in cui
il titolare del visto principale per motivi familiari sia coniuge di un
cittadino comunitario residente in Italia con il quale intenda stabilirsi sul
territorio italiano). Il visto per motivi familiari viene rilasciato
alle seguenti categorie: a) coniuge; b) figli a carico minori di 18 anni e non
coniugati; c) genitori a carico. Non da diritto a svolgere in Italia attività
lavorativa, tranne nel caso del coniuge convivente di un non straniero residente
in Italia. Visto per
ricongiungimento familiare. Vedi capitolo Il ricongiungimento familiare. Visto per
turismo Viene rilasciato a chi intende entrare in
Italia per viaggiare come turista. Documenti:
occorre esibire un documento di viaggio valido di andata e ritorno, eventuali
prenotazioni alberghiere, prove che dimostrino il possesso di mezzi sufficienti
a coprire le spese di viaggio e di soggiorno. La rappresentanza diplomatica
italiana può richiedere a propria discrezione ogni elemento o documento utile a
valutare l'effettivo interesse del richiedente a rientrare in Cina. A chi viaggia in un gruppo organizzato può
essere richiesta, se l'agenzia che organizza il viaggio è ritenuta affidabile,
la semplice prova del pagamento totale o parziale delle spese. Durata massima del visto per turismo: 90
giorni. Visto di
reingresso Viene rilasciato ai titolari di un regolare
permesso di soggiorno che rientrano in Italia da un paese non europeo e si
trovano in una delle seguenti condizioni:
Visti Schengen
Uniformi per transito Vengono rilasciati dall'autorità diplomatica
italiana, ma sono validi anche per gli altri Stati membri del patto di Schengen,
a singoli o gruppi in transito sul territorio di uno o più degli Stati Schengen
per raggiungere uno Stato terzo. E' consentito transitare una, due o
eccezionalmente più volte purché la durata di ciascun transito non sia
superiore a 5 giorni. Il transito aeroportuale è valido 0 giorni, cioè solo
per scali aerei inferiori alle 24 ore.
1.2 i
controlli alle frontiere italiane Da dove è consentito entrare in Italia? Solo attraverso i valichi di frontiera
appositamente costituiti e sorvegliati dalla polizia italiana. Quali documenti bisogna presentare alla
polizia di frontiera italiana?
Cosa succede a chi si presenta alla frontiera
senza i documenti richiesti dalla legge italiana, o viene individuato come
persona indesiderabile, o tenta di entrare clandestinamente in Italia? Viene respinto alla frontiera. Cosa succede a chi viene respinto alla
frontiera? La polizia impedisce l'ingresso in Italia e la
persona respinta viene rimandata indietro. Se lo straniero è arrivato in Italia con un
mezzo di trasporto collettivo (treno, aereo, nave, bus) questo è tenuto a
riprenderlo immediatamente e a ricondurlo nello Stato di provenienza, anche se
si tratta di un viaggiatore clandestino; questo obbligo però non sussiste se lo
straniero presenta domanda di asilo politico. La legge prevede sanzioni per i responsabili
dei mezzi di trasporto aerei, marittimi e terrestri che non accertano se la
persona che viaggia con regolare biglietto ha i documenti necessari per entrare
in Italia. Cosa succede se non è possibile eseguire
subito il respingimento alla frontiera? Alcuni motivi possono impedire il
respingimento immediato:
In questi casi lo straniero respinto viene
trattenuto in un Centro di Permanenza Temporaneo, solo per il tempo strettamente
necessario a superare le difficoltà che impediscono il respingimento e comunque
per non più di 30 giorni. I Centri di Permanenza Temporanea sono
strutture di reclusione istituite appositamente per gli stranieri che vengono
allontanati dal territorio italiano. Chi viene trattenuto in un Centro ha il
diritto di corrispondere con l'esterno, anche telefonicamente; non si può
allontanare dal Centro e può ricevere visite solo con i limiti stabiliti dai
regolamenti. Chi ha avuto un respingimento alla frontiera
può entrare in Italia? Sì, se chiede di entrare possedendo tutti i
documenti e i requisiti per l'ingresso previsti dalla legge. Il respingimento infatti, a differenza
dell'espulsione, non comporta il divieto di rientro sul territorio italiano. Chi non può essere respinto alla frontiera
italiana? Non può essere respinto alla frontiera chi
sarebbe mandato in un Paese dove può essere per qualunque motivo perseguitato.
In ogni caso, non può essere respinto chi presenta domanda di asilo politico
alle autorità di frontiera.
1.3 il
ricongiungimento familiare Chi ha diritto al ricongiungimento familiare? Lo straniero in possesso di un regolare
permesso di soggiorno, della durata di almeno un anno, per lavoro subordinato,
lavoro autonomo, studio, asilo, motivi religiosi, oppure il titolare di una
carta di soggiorno. Quali membri della famiglia possono essere
ricongiunti?
Quali requisiti sono necessari per poter fare
una richiesta di ricongiungimento familiare? Chi fa la richiesta deve possedere:
Come si fa la richiesta di ricongiungimento? Bisogna presentare una domanda di nulla osta
per il ricongiungimento alla Questura della città in cui si abita, allegando
una documentazione che dimostri il possesso dei requisiti richiesti. La Questura rilascia al richiedente una copia
della domanda, con il timbro datario. Quali documenti bisogna allegare alla
richiesta di ricongiungimento? Per quanto riguarda la casa:
a) copia del contratto di affitto o dell'atto di proprietà; b) se il richiedente abita presso il datore di
lavoro, una dichiarazione autenticata del titolare dell'abitazione che attesta
il consenso al ricongiungimento dei familiari, indicandoli per nome; c) nel caso di un figlio di età inferiore ai
14 anni al seguito di uno dei genitori, consenso del titolare dell'alloggio nel
quale il minore abiterà; d) certificato del Comune che attesti
l'idoneità dell'alloggio ad accogliere la famiglia. I documenti utili a
dimostrare l'idoneità dell'alloggio sono diversi a seconda del luogo di
residenza: alcuni Comuni infatti la accertano con un sopralluogo di tecnici che
verificano, ad esempio, la sicurezza degli impianti elettrici e del gas, la
presenza del bagno ecc., e rilasciano l'attestazione di idoneità da presentare
alla Questura. Nei Comuni che non hanno attivato questa procedura, invece, è
sufficiente una dichiarazione del richiedente sull'abitabilità dell'alloggio
per il nucleo familiare, sulla base di questa autocertificazione il Comune
rilascia il certificato da presentare alla Questura. Per quanto riguarda il reddito:
la documentazione da presentare varia a seconda del tipo di permesso di
soggiorno e del lavoro svolto da chi fa la richiesta:
In quanto tempo la Questura deve rispondere
alla richiesta di nulla osta? Se dopo 90 giorni dalla richiesta di nulla
osta la Questura non ha ancora dato risposta, il familiare che si trova in Cina
e deve ricongiungersi ha il diritto di richiedere il visto d'ingresso
direttamente al consolato o all'ambasciata italiana, esibendo la copia della
domanda presentata alla Questura e tutti i documenti necessari. Cosa succede dopo che la Questura ha concesso
il nulla osta per il ricongiungimento? La Questura rilascia al richiedente il nulla
osta e, nello stesso tempo, lo comunica al consolato o all'ambasciata italiana
in Cina che dovrà rilasciare ai familiari il visto d'ingresso. Chi ha fatto la richiesta deve inviare il
nulla osta ai familiari in Cina, che si presentano al consolato o all'ambasciata
italiana con tutti i documenti idonei ad attestare il loro vincolo di parentela
con il familiare che si trova in Italia (ad esempio: certificato di matrimonio,
atto di nascita dei figli ecc.) e la loro effettiva condizione di persone a suo
carico. Quindi l'autorità diplomatica italiana
rilascia un visto d'ingresso per ricongiungimento. Si può fare ricorso contro il diniego del
nulla osta? Sì, contro un provvedimento di diniego della
Questura (che deve comunque essere emesso entro 90 giorni dalla richiesta)
l'interessato può presentare ricorso al pretore del luogo in cui risiede. Se il
pretore accoglie il ricorso, può disporre il rilascio del visto d'ingresso per
ricongiungimento anche senza il nulla osta della Questura. Quale documento di soggiorno viene rilasciato
a chi entra in Italia con un visto per ricongiungimento familiare? Un permesso di soggiorno per motivi familiari
(per le caratteristiche di questo permesso di soggiorno, vedi la scheda "Il
permesso di soggiorno"). A chi entra in Italia per ricongiungersi con
uno straniero titolare di carta di soggiorno viene rilasciata direttamente una
carta di soggiorno. Un genitore naturale residente all'estero, può
chiedere di entrare in Italia per ricongiungersi con un figlio minorenne
regolarmente soggiornante? Sì. In questo caso si applicano condizioni di particolare favore al normale percorso del ricongiungimento: al genitore non viene richiesto di dimostrare il possesso dei requisiti dell'alloggio e del reddito per poter ottenere il ricongiungimento; ma dovrà dimostrarli entro un anno dall'ingresso in Italia. Per fermarsi un periodo di tempo, più o meno
lungo a seconda dei casi, dopo essere entrati in Italia è necessario richiedere
un permesso di soggiorno entro 8 giorni lavorativi dal momento dell'ingresso. Chi non rispetta le norme sull'ingresso e sul
soggiorno degli stranieri in Italia, o tiene una condotta socialmente
pericolosa, può essere espulso dal territorio italiano.
Cos'è il permesso di soggiorno? E' un documento che consente agli stranieri
entrati regolarmente in Italia di soggiornare per un periodo di tempo,
specificato nel permesso. Nel documento viene precisato il motivo del soggiorno,
che di regola corrisponde a quello del visto d'ingresso. Esistono numerosi tipi di permesso di
soggiorno: alcuni consentono di svolgere unicamente le attività precisate nel
documento stesso, altri consentono invece di svolgere anche altri tipi di
attività. E' inoltre possibile, limitatamente ad alcuni casi, modificare il
motivo del soggiorno, chiedendo una conversione del proprio permesso di
soggiorno in un permesso di altro tipo. Dove si richiede il permesso di soggiorno? Alla Questura del luogo in cui ci si vuole
fermare. L'interessato deve presentarsi personalmente per fare la richiesta;
solo in alcuni casi la richiesta può essere presentata da altri in vece
dell'interessato. Il permesso deve essere richiesto entro otto
giorni lavorativi dall'ingresso in Italia; chi non rispetta questa scadenza, se
non per cause di forza maggiore (ad esempio incidente, ricovero in ospedale),
incorre nel reato di irregolarità del soggiorno. Quali documenti bisogna presentare alla
Questura per richiedere il permesso di soggiorno? Questi documenti devono essere presentati per
richiedere qualunque permesso di soggiorno: Visto d'ingresso Passaporto valido Fotocopia del passaporto Tre fotografie formato tessera Marca da bollo da 20.000 lire Può essere necessario presentare alla
Questura anche altri documenti, che variano a seconda del tipo di permesso
richiesto. A cosa serve il permesso di soggiorno? Serve alla persona immigrata per dimostrare
che si trova legalmente in Italia, per accedere ad alcuni diritti e servizi (ad
esempio l'iscrizione nelle liste anagrafiche, le cure del servizio sanitario
pubblico), e per poter compiere le attività specificate nel motivo del permesso
di soggiorno (ad esempio lavorare se è un soggiorno per lavoro). E' importante ricordare che in molti casi è
vietato svolgere attività diverse da quelle specificate nel motivo del
soggiorno, e che alcuni permessi di soggiorno non consentono di lavorare in
Italia. Dopo quanto tempo scade la validità del
permesso di soggiorno? La durata del permesso viene decisa dalla
Questura, con limiti massimi previsti dalla legge e diversi per i diversi tipi
di permesso. Casi particolari: i familiari extracomunitari di un cittadino
comunitario ricevono un permesso di soggiorno di durata pari a quello del
capofamiglia; gli stranieri extracomunitari coniugati con un
cittadino italiano e residenti in Italia da più di 3 anni ricevono la carta di
soggiorno. Cosa bisogna fare quando il permesso di
soggiorno sta per scadere? Bisogna ritirare il modulo di "richiesta
di proroga" alla Questura e presentarsi personalmente con il modulo
compilato e una marca da bollo da 20.000 lire almeno 30 giorni prima della data
di scadenza del permesso e comunque non oltre 60 giorni dopo la scadenza Il nuovo permesso di soggiorno dovrebbe essere
rilasciato dalla Questura non oltre 20 giorni dopo la presentazione della
richiesta, ma di fatto i tempi di attesa sono quasi sempre più lunghi. Per quanto tempo può essere prorogato un
permesso di soggiorno? Per una durata non superiore al doppio della
validità del permesso iniziale; ad esempio: un permesso valido per 2 anni può
essere rinnovato con una scadenza non superiore a 4 anni. Si può cambiare la motivazione del permesso
di soggiorno? Sì, anche se solo per alcuni tipi di
soggiorno definiti per legge, è possibile rinnovare il permesso chiedendone la
conversione in un permesso di altro tipo. Il rinnovo non deve essere richiesto
necessariamente alla scadenza del precedente permesso di soggiorno. Bisogna comunicare alla Questura i cambiamenti
dei dati riportati nel permesso di soggiorno? Sì. Il cambiamento del domicilio abituale
deve essere comunicato alla Questura entro 15 giorni. Occorre inoltre comunicare
cambiamenti riguardanti la composizione del nucleo familiare presente in Italia,
il datore di lavoro, il tipo di lavoro. In questi casi si deve richiedere
l'aggiornamento del permesso di soggiorno. Bisogna portare sempre con sé il permesso di
soggiorno? Sì, in originale o in fotocopia. In caso di
controlli, anche per strada, è obbligatorio mostrare su richiesta ai poliziotti
il permesso o la carta di soggiorno, oppure il passaporto o la carta d'identità
italiana. Per non avere portato con sé i documenti senza giustificato motivo, o
per il rifiuto di mostrarli, si viene puniti con l'arresto fino a sei mesi e
l'ammenda fino a 800.000 lire. I minorenni possono avere un permesso di
soggiorno? Fino al compimento del 14° anno non sono
personalmente titolari di un permesso di soggiorno, ma vengono scritti sul
permesso di soggiorno di uno o di entrambi i genitori (conviventi con il minore)
o del tutore. Al compimento del 14° anno al minorenne
convivente con uno o entrambi i genitori regolari viene rilasciato un permesso
di soggiorno per motivi familiari, valido fino ai 18 anni d'età. Al compimento del 18° anno lo straniero
regolare può richiedere un permesso di soggiorno per il motivo della sua
presenza in Italia (studio, lavoro ecc.). Per le norme sul soggiorno in Italia dei
minori irregolari, si veda il capitolo I figli. Il permesso di soggiorno può essere
rifiutato? Sì, la Questura può rifiutare il rilascio
del permesso di soggiorno se vengono a mancare i requisiti richiesti per
l'ingresso e il soggiorno (diversi a seconda del tipo di permesso richiesto), a
meno che si tratti di irregolarità amministrative superabili. Contro il rifiuto del permesso di soggiorno si
può fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) entro 60 giorni
dalla notifica del rigetto. Il permesso di soggiorno può essere revocato? Sì, la Questura può revocare il permesso di
soggiorno se vengono a mancare alcuni dei requisiti necessari per possederlo, o
se la presenza dello straniero è ritenuta contraria all'interesse pubblico
(anche in seguito alla segnalazione della polizia di un altro Paese del patto di
Schengen). Contro la revoca del permesso di soggiorno si
può fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) entro 60 giorni
dalla notifica della revoca. Quali sono i principali tipi di permesso di
soggiorno? Permesso di soggiorno per lavoro autonomo [da
precisare] Viene rilasciato a chi è entrato in Italia
con un visto per lavoro autonomo e consente di esercitare le attività di lavoro
autonomo indicate nel visto. Il primo permesso viene rilasciato per
"perfezionamento pratiche di lavoro autonomo" ed è valido fino al
completamento delle procedure amministrative necessarie a poter esercitare
l'attività prescelta. Infatti è importante tenere presente che in
Italia per poter aprire un'attività commerciale o produttiva, o per esercitare
una professione, è obbligatorio seguire alcune procedure burocratiche che
abilitano all'esercizio di queste attività: domande agli organi competenti,
iscrizioni in appositi albi o registri, prove d'esame. La procedura varia a
seconda dell'attività, perciò è opportuno informarsi presso: a) la C.C.I.A.A. (Camera di Commercio,
Industria, Artigianato, Agricoltura) della provincia di residenza - le sedi si
trovano in tutte le città capoluogo di Provincia - per quanto riguarda le
procedure di apertura di attività commerciali o artigianali quali ad esempio
negozi, ristoranti, laboratori; b) la C.C.I.A.A., gli Enti competenti in
ciascuno specifico ambito professionale o i singoli Ordini Professionali, per
quanto riguarda l'esercizio di attività professionali. Presentando alla Questura la documentazione
relativa alla conclusione di queste procedure viene rilasciato un secondo
permesso di soggiorno, valido per esercitare effettivamente l'attività. E' ancora da notare che i locali usati per
l'esercizio di alcune attività devono rispettare le norme sull'igiene e la
sicurezza (caratteristiche della cucina dove si prepara il cibo, areazione dei
locali, impianti elettrici ecc.); in caso di un controllo da parte dei vigili
inviati dal Comune, i locali non a norma vengono chiusi. Il permesso di soggiorno è rinnovato per una
durata non superiore al doppio di quella del secondo rilascio, e a condizione
che l'interessato dimostri di possedere risorse adeguate per l'esercizio
dell'attività e di disporre di un reddito annuo. Lo straniero in possesso di un permesso di
soggiorno per lavoro subordinato o per motivi familiari può avviare le
procedure di abilitazione alle attività di lavoro autonomo senza chiedere
preventivamente alla Questura un permesso di soggiorno per lavoro autonomo. Solo
a conclusione di queste procedure deve comunicare alla Questura il cambiamento
di attività, perché venga annotato sul permesso di soggiorno. Permesso di soggiorno per lavoro subordinato
[da precisare] Viene rilasciato a chi è entrato in Italia
con un visto per lavoro subordinato, presentando alla Questura l'autorizzazione
al lavoro rilasciata dall'Ufficio provinciale del lavoro o il nulla osta di
avviamento al lavoro rilasciato dalla sezione circoscrizionale per l'impiego.
Consente di svolgere specificamente l'attività e le mansioni indicate
nell'autorizzazione o nel nulla osta. Consente inoltre di avviare le pratiche
per richiedere l'abilitazione allo svolgimento di un'attività autonoma. Il permesso è rinnovato per una durata non
superiore al doppio di quella iniziale. Per il rinnovo è necessario dimostrare
di avere un reddito annuo pari almeno all'importo dell'assegno sociale
(attualmente pari a 6.593.000 lire annue) che può provenire da lavoro
dipendente, lavoro autonomo o altre fonti legittime di reddito. Chi perde il posto di lavoro ha il diritto di
iscriversi nella lista speciale di collocamento per lavoratori extracomunitari
disoccupati per il restante periodo di validità del permesso di soggiorno, e
comunque per un periodo non inferiore a un anno. In generale il lavoratore subordinato
straniero ha parità di diritti con il lavoratore italiano per tutto quanto
riguarda sia le normative sul lavoro sia le previdenze per i lavoratori
dipendenti. Per quanto riguarda le previdenze è
importante ricordare che il datore di lavoro ha l'obbligo di versare all'INPS
(Istituto nazionale della Previdenza Sociale) un contributo mensile - che deve
essere indicato nella busta paga del lavoratore - finalizzato a assicurare il
lavoratore per: malattia. Il lavoratore ha diritto ad
assentarsi dal lavoro quando è malato, mantenendo la retribuzione durante i
giorni di malattia, dietro attestazione del medico di base. Maternità. La lavoratrice dipendente ha il
diritto di astenersi dal lavoro, mantenendo lo stipendio, per i 2 mesi
antecedenti e i 3 mesi seguenti il parto. Può inoltre chiedere una
"maternità anticipata" fin dal primo mese di gravidanza per
documentati motivi di salute. L'astensione dal lavoro dopo il terzo mese di vita
del bambino è possibile fino al compimento del primo anno, ma con una
diminuzione progressiva dello stipendio. Invalidità. Vecchiaia. Dopo il numero di anni di lavoro
prescritti dalla legge il lavoratore ha diritto a una pensione proporzionale
agli anni lavorati e ai contributi versati, parametrata sullo stipendio
percepito negli ultimi anni di vita lavorativa. Disoccupazione per perdita del posto del
lavoro non dipendente dalla volontà del lavoratore. Il datore di lavoro ha inoltre i seguenti
obblighi: iscrizione del lavoratore all'INAIL (Istituto
nazionale per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, per
assicurarlo contro gli infortuni e le malattie causati dal lavoro. Corresponsione degli assegni familiari. il
datore di lavoro ha l'obbligo di corrispondere al lavoratore capofamiglia una
somma di denaro (non è a carico del datore, ma dell'INPS), in aggiunta allo
stipendio mensile, per ciascun figlio e per i familiari a carico residenti in
Italia, e più precisamente: a) per i figli fino al compimento del 18° anno
d'età; b) fino al 21° anno se il figlio frequenta una scuola media o
professionale o se è occupato come apprendista; c) per tutta la durata del
corso di studi, ma in ogni caso non oltre il 26° anno d'età, se il figlio
frequenta l'Università o un altro tipo di scuola superiore cui si accede con il
diploma di scuola media di secondo grado; d) per il coniuge, i genitori e altri
eventuali familiari a carico (fratelli, sorelle o nipoti se il padre è deceduto
o ha un'invalidità permanente al lavoro); e) senza limiti d'età se i figli o
gli altri familiari a carico non possono lavorare a causa di una malattia fisica
o mentale. I lavoratori extracomunitari che lasciano
definitivamente l'Italia hanno il diritto di richiedere all'INPS la liquidazione
dei contributi versati in loro favore, con la maggiorazione del 5% annuo. Il datore di lavoro che occupa alle proprie
dipendenze uno straniero senza permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno
scaduto, revocato o annullato, è passibile di arresto da 3 mesi a 1 anno o di
una ammenda da 2.000.000 a 6.000.000. Il datore di lavoro che impiega lavoratori,
italiani o stranieri, senza regolare contratto e senza versare per loro i
contributi previdenziali è punito dalla legge (è il cosiddetto lavoro nero). I minorenni possono lavorare, ma solo dopo il
compimento del 15° anno d'età e nel rispetto delle specifiche normative sul
lavoro minorile (vedi capitolo I figli). Permesso di soggiorno per ricerca lavoro Viene rilasciato a chi è entrato in Italia
con un visto per ricerca lavoro. Consente l'iscrizione per un anno alle liste
di collocamento per disoccupati. Permesso di soggiorno per attività sportiva Si rilascia a chi ha un visto d'ingresso per
attività sportiva. Documenti: lettera della società sportiva che
attesti il rapporto di lavoro sportivo in corso; fotocopia della Federazione
sportiva riconosciuta dal CONI. Durata: 3 mesi se per un periodo di prova, 1 o
2 anni. Non consente di lavorare in altri settori. Permesso di soggiorno per lavoro subordinato
nel settore spettacolo Si rilascia a chi è entrato in Italia con un
visto d'ingresso per lavoro artistico. Documenti: autorizzazione al lavoro nel
settore dello spettacolo. Durata: uguale a quella dell'autorizzazione al
lavoro. In caso di estinzione del rapporto di lavoro,
può essere rilasciato uno speciale permesso di soggiorno per attesa ingaggio
della durata di 30 giorni, prorogabile solo dimostrando che non si è trovato un
altro ingaggio a causa di malattia documentata da un certificato del medico
dell'ASL. Non consente di lavorare in altri settori. Permesso di soggiorno per studio Si rilascia a chi è entrato in Italia con un
visto per studio e consente di frequentare solo il corso di studi specificato
nella richiesta di visto. Allo studente che entra in Italia avendo
richiesto la preiscrizione all'Università viene rilasciato un primo permesso di
soggiorno che dura fino al 31 dicembre dell'anno in corso e serve per poter
sostenere la prova di selezione necessaria per l'ammissione al corso di studi.
Solo chi supera la prova e viene ammesso al corso di studi ottiene un secondo
permesso di soggiorno per studio, rinnovabile alla scadenza di ogni anno
scolastico. In ogni caso il permesso di soggiorno per motivi di studio non può
essere rinnovato per più di due anni oltre la durata del corso di studi. Documenti specifici per ottenere il rinnovo: certificato della segreteria della scuola che
dimostri l'iscrizione; documentazione che dimostri il possesso di
un'assicurazione per le cure ospedaliere urgenti; documentazione che dimostri che per l'anno
successivo si continua a possedere la garanzia economica di 1 milione mensili, o
borsa di studio, per almeno 6 mesi; certificato dell'Università che dimostri gli
esami sostenuti. Non può ottenere la proroga del permesso per
studio: chi non ha superato almeno 2 esami nel corso
dell'ultimo anno accademico; gli studenti medi o superiori respinti per la
seconda volta e che non possono più essere reiscritti; gli studenti medi o superiori che, per
l'elevato numero di assenze, non sono stati classificati nelle votazioni finali. Il titolare di un permesso per studio può
svolgere attività lavorativa, mentre è studente, purchè non superi un limite
massimo annuo di 25 ore lavorate alla settimana. Il permesso per studio può essere convertito
in permesso di soggiorno per lavoro, purché rientri nel numero massimo di
lavoratori immigrati che ogni anno può essere accolto in Italia e la richiesta
di conversione sia presentata prima della scadenza del permesso. Permesso di soggiorno per motivi familiari Viene rilasciato: a chi è entrato in Italia con un visto per
ricongiungimento familiare o per ricongiungimento al figlio minorenne; a chi già soggiorna regolarmente in Italia da
almeno un anno e sposa sul territorio italiano un cittadino italiano, o un
cittadino dell'Unione Europea, o un cittadino non comunitario titolare di carta
di soggiorno o di un permesso di soggiorno di durata di almeno un anno per
lavoro subordinato, lavoro autonomo, asilo, studio; a chi è coniugato e convivente con un
cittadino italiano; al genitore straniero di un minorenne italiano
residente in Italia, purchè il genitore non sia stato privato della potestà
dal Tribunale per i Minorenni. Consente di: iscriversi a corsi di studio o di formazione
professionale; iscriversi alle liste di collocamento per i
disoccupati; svolgere un lavoro subordinato o autonomo; fruire dei servizi sanitari e assistenziali
pubblici. Durata: uguale al permesso di soggiorno del
familiare che ha chiesto il ricongiungimento e rinnovabile insieme a questo. Se
il familiare è un cittadino italiano, europeo, o uno straniero titolare di
carta di soggiorno, invece del permesso per motivi familiari viene rilasciata
una carta di soggiorno, se non vi sono condizioni di legge che lo impediscono. In caso di separazione legale, scioglimento
del matrimonio, o per il figlio che al compimento di 18 anni non può ottenere
la carta di soggiorno, questo permesso può essere convertito in permesso per
lavoro subordinato, lavoro autonomo o studio. Permesso di soggiorno per attesa di adozione Si rilascia al minorenne entrato in Italia con
un visto per adozione, per il periodo di "affidamento preadottivo" .
Dura 2 anni. Con la sentenza del Tribunale per i Minorenni che dichiara
l'adozione il minore adottato acquista la cittadinanza italiana. Permesso di soggiorno per affidamento Può essere rilasciato al minorenne in stato
di abbandono, cioè che si trova in Italia senza un genitore o un tutore, oppure
al minorenne in "affido temporaneo". Permesso di soggiorno per cure mediche Si rilascia a chi è entrato in Italia con un
visto d'ingresso per cure mediche e al suo accompagnatore. Può essere richiesto
alla Questura anche da un familiare del richiedente o da un altro incaricato. Ha
una durata uguale a quella indicata nel visto per la cura, ed è rinnovabile
documentando la necessità di prolungare la cura. Permesso di soggiorno per motivi di protezione
sociale Si rilascia a chi decide di sottrarsi a
un'organizzazione criminale, in particolare relativa alla prostituzione o a
altri reati gravi, e può decidere anche di collaborare con la polizia italiana
per individuare i responsabili dell'organizzazione. Il titolare di questo
permesso viene inserito in un programma di assistenza e integrazione sociale
gestito dai servizi sociali territoriali. Consente di: fruire dei servizi di assistenza pubblica; iscriversi a un corso di studi; iscriversi alle liste di collocamento per
disoccupati; svolgere un lavoro subordinato. Dura 6 mesi, ma può essere prorogato, e
convertito in permesso per lavoro o per studio. Può essere revocato se il programma di
integrazione sociale viene interrotto o se la persona si comporta in modo
incompatibile con le finalità del programma stesso. Permesso di soggiorno per turismo Si rilascia a chi è entrato in Italia con un
visto per turismo. Dura 3 mesi e non può essere prorogato se non
in casi eccezionali (comprovati motivi di famiglia, malattia) e purchè lo
straniero dimostri di potersi mantenere in Italia durante il soggiorno. Non consente di lavorare e non può essere
convertito in un altro tipo di permesso (tranne che in caso di matrimonio e
convivenza con un cittadino italiano). Permesso di soggiorno per attesa emigrazione
in altro stato Si rilascia a chi ha un visto di ingresso per
transito o altra documentazione che dimostri che è di passaggio in Italia allo
scopo di perfezionare le pratiche per ottenere il visto di ingresso in un altro
Stato (soprattutto USA, Australia, Canada). Dura 6 mesi, è prorogabile. Non consente di lavorare. Permesso di soggiorno per richiesta di asilo Si rilascia a chi è entrato in Italia
presentando la domanda di riconoscimento dello status di rifugiato. Di solito vale 3 mesi, ma è rinnovabile fino
alla conclusione della procedura di richiesta dell'asilo politico. Il richiedente può ricevere un contributo
economico dallo Stato, ma non può lavorare.
Cos'è la Carta di Soggiorno? E' un documento che consente di vivere in
Italia a tempo indeterminato. Viene rilasciata all'immigrato che soggiorna
regolarmente in Italia da almeno 5 anni e dimostra di avere un reddito
sufficiente a mantenere sé stesso e i familiari a carico. Se il richiedente convive in Italia con il
proprio nucleo familiare già regolarmente residente, la carta di soggiorno
viene concessa anche al coniuge e ai figli minori. Quali diritti da la Carta di Soggiorno? Svolgere qualsiasi attività lavorativa,
escluse quelle espressamente riservate ai cittadini italiani. Accedere a tutti i
servizi e le prestazioni pubbliche, comprese quelle sanitarie e previdenziali. La Carta di Soggiorno può essere revocata? Sì, la Questura può revocarla se lo
straniero subisce una condanna penale anche non definitiva per diversi specifici
reati. Si può fare ricorso contro il rifiuto del
rilascio o contro la revoca della carta di Soggiorno? Sì, al Tribunale Amministrativo Regionale
(TAR) entro 60 giorni. Il titolare di una Carta di Soggiorno può
essere espulso? Sì, ma solo per gravi motivi di ordine
pubblico o sicurezza nazionale, oppure dopo che gli è stata revocata la carta,
se non può ottenere un permesso di soggiorno.
Per quali motivi uno straniero può essere
espulso dall'Italia? Espulsione per ingresso clandestino.
Viene disposta dal Prefetto nei confronti di chi entra in Italia senza visto
d'ingresso e aggirando i controlli alle frontiere. Espulsione per irregolarità del soggiorno.
Viene disposta dal Prefetto nei confronti di chi: a) dopo un ingresso con
regolare visto è rimasto in Italia più di 8 giorni lavorativi senza richiedere
alla Questura il permesso di soggiorno, a meno che il ritardo nella richiesta
non sia dipeso da cause di forza maggiore; b) è rimasto in Italia quando il
permesso di soggiorno sia stato revocato o annullato; c) è rimasto in Italia
quando il permesso di soggiorno è scaduto da più di 60 giorni senza aver
richiesto il rinnovo (che deve essere richiesto almeno 30 giorni prima della
scadenza). Espulsione per sospetta pericolosità
sociale. Viene disposta dal Prefetto
nei confronti di chi: a) può essere ritenuto abitualmente dedito a traffici
delittuosi; b) in base all'osservazione della condotta e del tenore di vita, si
può ritenere che viva abitualmente, almeno in parte, con i proventi di attività
delittuose; c) debba ritenersi dedito a reati che offendono o mettono in
pericolo l'integrità fisica dei minorenni o la sanità, la sicurezza, la
tranquillità pubblica; d) è indiziato di appartenenza a associazioni di tipo
mafioso. In tutti questi casi non è richiesto un controllo del giudice
sull'effettiva pericolosità dello straniero prima di emanare il decreto di
espulsione. Espulsione per motivi di ordine pubblico o
di sicurezza dello Stato. Viene
disposta dal Ministro dell'Interno nei confronti di chi può mettere in pericolo
l'ordine e la sicurezza interna dello Stato italiano. E' l'unico tipo di
espulsione valida anche nei confronti delle categorie di persone che in nessun
altro caso possono essere espulse (se si tratta di minorenni, la competenza è
del Tribunale per i Minorenni). Quali categorie di persone non possono essere
espulse dall'Italia? I minori di 18 anni; i titolari della carta di soggiorno (se non è
stata revocata); i coniugi, o parenti entro il 4° grado, di un
cittadino italiano con cui convivono; le donne in stato di gravidanza e nei primi 6
mesi di vita del bambino. In che modo l'espulsione viene comunicata
all'interessato? Con un decreto scritto contenente le
motivazioni dell'espulsione e le modalità di impugnazione del provvedimento. Il
decreto deve essere tradotto in una lingua conosciuta dall'interessato o, se non
è possibile, in francese, inglese o spagnolo. Deve essere notificato, cioè
consegnato personalmente al destinatario. In che modo viene eseguita l'espulsione? L'espulsione può essere eseguita in due
diversi modi, a seconda del motivo e della decisione dell'autorità che emette
il decreto: 1. Espulsione con accompagnamento immediato
alla frontiera. In questo caso lo straniero viene condotto subito alla frontiera
dalle forze polizia e fatto uscire dal territorio italiano con un idoneo mezzo
di trasporto. Se non è possibile condurlo subito alla frontiera, viene portato
in un Centro di permanenza Temporanea. 2. Intimazione a lasciare l'Italia entro 15
giorni. Chi non ha lasciato il territorio italiano allo scadere dei 15 giorni,
se nel frattempo il provvedimento non è stato revocato o annullato, riceve una
disposizione di accompagnamento alla frontiera e può essere trattenuto in un
Centro di Permanenza Temporanea. In particolare: l'espulsione per ingresso clandestino può
essere eseguita sia con accompagnamento immediato sia con intimazione a
andarsene entro 15 giorni. L'intimazione viene disposta in genere nei confronti
di chi è in possesso di validi documenti di identità e di nazionalità, e in
tutti i casi per chi può dimostrare di essere entrato in Italia prima del 27
marzo 1998 (data di entrata in vigore della nuova legge sull'immigrazione). L'espulsione per irregolarità del
soggiorno viene eseguita sempre con
l'intimazione a lasciare l'Italia entro 15 giorni. L'espulsione per sospetta pericolosità
sociale può essere eseguita sia con
accompagnamento immediato sia con intimazione a andarsene entro 15 giorni.
L'accompagnamento viene disposto se il Prefetto, sulla base di circostanze
obiettive da indicare nella motivazione del decreto di espulsione, ritiene ci
sia il concreto pericolo che l'interessato si sottragga all'esecuzione del
provvedimento. Per motivi di ordine pubblico o di sicurezza
dello Stato. Viene eseguita sempre con accompagnamento immediato. Cosa sono i Centri di Permanenza Temporanea? Sono strutture di reclusione nei quali la
persona che ha ricevuto un decreto di espulsione può essere trattenuta per il
tempo strettamente necessario a rimuovere eventuali ostacoli che ne rendano
impossibile l'uscita dal territorio italiano, quali in particolare: necessità di accertare la nazionalità o
l'identità; difficoltà nell'acquisire i documenti di
viaggio; mancanza di un mezzo di trasporto adatto. Il trattenimento in un Centro viene disposto
nei confronti di chi ha ricevuto un decreto di espulsione con accompagnamento
immediato. Per chi ha l'espulsione tramite intimazione ci può essere
trattenimento solo se, trascorsi 15 giorni, non ha lasciato l'Italia, o se c'è
il rischio concreto che chi è stato espulso per soggiorno irregolare si
sottragga al provvedimento (il rischio viene valutato sulla base di circostanze
obiettive .riguardanti l'inserimento sociale, familiare e lavorativo). In un Centro di Permanenza Temporanea si ha il
diritto di corrispondere con l'esterno, anche telefonicamente. Non ci si può
allontanare dal Centro e si possono ricevere visite solo nei limiti consentiti
dal regolamento. La persona trattenuta nel Centro può
contattare un avvocato e chiedere di essere assistita per l'udienza di convalida
del decreto e per l'eventuale ricorso contro l'espulsione. Per quanto tempo si può essere trattenuti in
un Centro di Permanenza Temporanea? Entro 48 ore dall'adozione del provvedimento
che stabilisce il trattenimento il Questore del luogo in cui si trova il Centro
trasmette gli atti al Pretore che, dopo aver sentito l'interessato, convalida il
provvedimento entro 48 ore con un atto scritto e motivato. Se decide di non
convalidarlo, la persona viene rilasciata. All'udienza di convalida si può
chiedere di essere assistiti da un avvocato. La permanenza non può durare complessivamente
più di 30 giorni. Quali sono le conseguenze dell'espulsione per
la persona espulsa? Il divieto di entrare in Italia per 5 anni,
che il Pretore può ridurre a 3 in seguito alla presentazione di un ricorso
contro il provvedimento di espulsione. Per chi trasgredisce questo divieto la legge
prevede l'arresto da 2 a 6 mesi e l'espulsione con accompagnamento immediato
alla frontiera. I dati degli stranieri espulsi dall'Italia
vengono comunicati a tutti gli Stati aderenti alla Convenzione di Schengen (vedi
elenco nel capitolo Il visto di ingresso), che non rilasciano il visto
d'ingresso o il permesso di soggiorno agli stranieri segnalati. Si può fare ricorso contro un provvedimento
di espulsione? Sì, si può presentare ricorso al Pretore del
luogo in cui ha sede il Prefetto che ha disposto l'espulsione, oppure, in caso
di trattenimento in un Centro di Permanenza Temporanea, al Pretore responsabile
per il Centro. Per le espulsioni con intimazione il ricorso
deve essere presentato entro 5 giorni (compresi i festivi) dalla notifica. Per le espulsioni con accompagnamento
immediato il ricorso deve essere presentato entro 30 giorni (compresi i
festivi); quando le circostanze lo consentono, l'interessato può firmarlo
personalmente in presenza dei funzionari della rappresentanza diplomatica
italiana nel proprio Paese, che lo trasmetteranno al Pretore. Entro 10 giorni dalla presentazione del
ricorso, il Pretore deve decidere se: a) accoglierlo; b) rigettarlo; c) ridurre
da 5 a 3 anni il divieto di rientro in Italia. Per essere seguito legalmente nel procedimento
di ricorso lo straniero ha il diritto di richiedere l'assistenza gratuita di un
avvocato (gratuito patrocinio da parte dello Stato italiano). Fa eccezione l'espulsione per motivi di ordine
pubblico o di sicurezza dello Stato: in questo caso il ricorso deve essere
presentato al T.A.R. del Lazio, con sede in Roma, entro 60 giorni dalla
notifica. In quali casi è' possibile entrare in Italia
durante il periodo di validità dell'espulsione? Se la persona espulsa ha in corso un
procedimento penale in Italia il Questore può autorizzarla a rientrare per il
tempo strettamente necessario a esercitare il diritto di difesa partecipando al
giudizio o ad atti processuali in cui sia necessaria la sua presenza
(interrogatori, confronti ecc.). Qusta autorizzazione si può ottenere con una
richiesta documentata presentata al Questore dall'interessato, tramite la
rappresentanza diplomatica del suo Paese, o presentata dall'avvocato difensore. E' possibile inoltre rientrare in Italia prima
del termine stabilito dal decreto di espulsione con una speciale autorizzazione
del Ministro dell'Interno. Esistono particolari tipi di espulsione per
gli stranieri che hanno subito una condanna penale? Espulsione a titolo di misura di sicurezza.
Può essere disposta dal giudice nei confronti di uno straniero che riceve una
condanna penale, ma solo se si accerta l'effettiva pericolosità sociale del
condannato, cioè se è probabile che, dopo aver scontato la pena, commetta
nuovi reati. In questi casi l'espulsione può essere
eseguita solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza e dopo che la pena
detentiva è stata interamente scontata. Perciò tra la valutazione di
pericolosità sociale che motiva l'espulsione e il momento in cui dovrebbe
essere eseguita può trascorrere un tempo lungo, nel quale la persona può
cambiare e non risultare più socialmente pericolosa; prima di eseguire
l'espulsione quindi il magistrato deve procedere al "riesame della
pericolosità sociale", che può avere come risultato la revoca
dell'espulsione. Fino a quando l'espulsione non è stata eseguita, l'interessato
può sempre chiederne la revoca, a seguito del riesame della pericolosità. Non è possibile applicare la misura di
sicurezza a uno straniero condannato penalmente se gli è stata concessa la
sospensione condizionale della pena, o se si è trattato di una sentenza di
applicazione della pena su richiesta (il cosiddetto patteggiamento (si ha
patteggiamento quando l'imputato, in mancanza di prove certe della propria
innocenza, si dichiara colpevole, ottenendo perciò dal giudice una pena
inferiore a quella prevista dalla legge per il reato di cui è accusato). Espulsione a titolo di sanzione sostitutiva
alla detenzione. Può essere disposta
dal giudice nei confronti di uno straniero che viene condannato a una pena
detentiva inferiore ai due anni, non può ottenere la sospensione condizionale
della pena e si trova in una di queste condizioni di espellibilità: ingresso
clandestino, soggiorno illegale, sospetta pericolosità sociale. In questi casi
la pena detentiva può essere sostituita con l'espulsione per un periodo non
inferiore a 5 anni, e solo a condizione che lo straniero sia espellibile
immediatamente.
3-VIVERE
IN
ITALIA Per trovare un'abitazione in Italia un
immigrato ha diverse possibilità:
l'affitto o
l'acquisto sul mercato privato Cosa si deve fare quando si prende una casa in
affitto? E' necessario stipulare con il proprietario un
regolare contratto di affitto, dove si specificano in particolare il costo del
canone mensile, la durata e le condizioni di rinnovo del contratto. Uno straniero può comprare una casa? Sì, secondo le stesse norme che valgono per i
cittadini italiani. la "casa
popolare" Cos'è una "casa popolare"? Le case di Edilizia Residenziale Pubblica,
comunemente dette "case popolari", sono alloggi di proprietà del
Comune che vengono dati in affitto a basso costo a persone italiane o straniere
con redditi bassi o in condizioni di emergenza abitativa (ad esempio a causa di
uno sfratto, o perché senza una casa e sistemati in alloggi di fortuna ). Chi ha diritto di richiedere una casa
popolare? Possono fare richiesta di una casa popolare
tutti gli stranieri in possesso di un regolare permesso di soggiorno per lavoro
subordinato o per lavoro autonomo, compresi i disoccupati iscritti nelle liste
di collocamento. Dove si fa la richiesta per avere una casa
popolare? Presso l'Ufficio del Comune che si occupa
dell'assegnazione delle case popolari. Tutte le informazioni in materia si
possono avere sia presso questo ufficio sia presso i Servizi Sociali del Comune. Come si fa la richiesta di una casa popolare? E' importante sapere che la richiesta di una
casa popolare non si può fare in qualsiasi momento, ma che periodicamente il
Comune emette un bando di concorso per l'assegnazione degli alloggi. In pratica
per partecipare al bando bisogna ritirare presso il competente ufficio comunale
un modulo da compilare. Dopo aver esaminato le domande, il Comune stabilisce una
graduatoria; in base al punteggio conseguito nella graduatoria si viene chiamati
e si riceve l'assegnazione dell'alloggio. I requisiti per partecipare ai bandi vengono
stabiliti da leggi regionali, e sono quindi diversi a seconda del luogo in cui
si risiede. i centri di
accoglienza Cos'è un centro di accoglienza? E' una struttura pubblica dove è possibile
abitare per un breve periodo, gratis o a pagamento a seconda dei casi. I centri
di accoglienza sono organizzati come ostelli rivolti all'ospitalità di adulti
singoli, nella maggior parte dei casi di sesso maschile. Chi ha diritto di abitare in un centro di
accoglienza? Hanno diritto i titolari di un permesso di
soggiorno di qualunque tipo, ad esclusione del soggiorno per turismo,
"temporaneamente impossibilitati a provvedere alle proprie esigenze
alloggiative e di sussistenza". In situazioni di emergenza (ad esempio in
seguito a uno sgombero) il sindaco può alloggiare temporaneamente nei centri
anche stranieri non in regola con le norme sull'ingresso e il soggiorno; in
questi casi possono comunque venire applicate le disposizioni di legge
sull'espulsione. Dove si fa la richiesta di un posto in un
centro di accoglienza? In genere preso l'ufficio del Comune che si
occupa di immigrati. Le norme per l'accesso variano a seconda del Comune. l'alloggio
sociale La nuova legge sull'immigrazione prevede che i
comuni o altri enti possano istituire alloggi sociali a pagamento, a basso
costo, come soluzioni abitative più durature del centro di accoglienza, in
attesa di trovare una casa vera e propria. In pratica gli alloggi sociali non sono ancora
stati istituiti. Le case per le
situazioni di emergenza. Una persona o una famiglia possono trovarsi in
situazioni di emergenza abitativa; ad esempio: perdono improvvisamente la casa
in cui abitavano; una madre si trova sola con i suoi bambini o in stato di
gravidanza ecc. Al di fuori della legge 40, in questi casi
ogni città si è attrezzata per aiutare le persone in difficoltà, italiane e
straniere, con luoghi di accoglienza gestiti a volte dagli Enti Locali e, nella
maggior parte dei casi, da associazioni private o religiose. La situazione è
diversa in ogni città, ma ci si può informare presso il Comune o presso chiese
e associazioni.
Come ci si cura in Italia? In Italia esiste un Servizio Sanitario
Nazionale (S.S.N.), cioè il servizio pubblico che garantisce le cure mediche a
tutti i cittadini. In quali casi gli stranieri hanno diritto alle
cure del Servizio Sanitario Nazionale?
A quali servizi e prestazioni si può accedere
con l'iscrizione al servizio sanitario nazionale?
Uno straniero non in regola con le norme
sull'ingresso e il soggiorno può usufruire delle cure mediche pubbliche? Uno straniero irregolare non può iscriversi
al Servizio sanitario nazionale, ma ha comunque diritto:
Uno straniero irregolare che chiede di essere
curato in una struttura sanitaria pubblica corre rischi di denuncia? No. La legge stabilisce che l'accesso alle
strutture sanitarie non può comportare nessuna segnalazione alla polizia da
parte del personale sanitario. E' invece obbligatoria la segnalazione dei reati,
riguardanti sia italiani che stranieri che chiedono l'assistenza medica (ad
esempio ferite da armi ecc.). Come si fa per iscriversi al Servizio
Sanitario Nazionale? Si va all'ufficio dell'Usl nel Comune (o nel
quartiere per le città più grandi) in cui si dimora presentando il permesso di
soggiorno in corso di validità, o la richiesta di rinnovo del permesso. Gli studenti che scelgono di fruire
dell'iscrizione volontaria al Servizio sanitario nazionale pagano un contributo
annuale attualmente fissato in circa 300.000 lire. All'atto dell'iscrizione si riceve un
tesserino sanitario che deve essere esibito ogni volta che si richiede una
prestazione in una struttura sanitaria pubblica. Chi è il medico di base? Quando si va all'Usl per fare l'iscrizione si
deve scegliere il medico di base in un elenco di medici che operano nella zona
in cui si abita. E' il medico che segue con continuità i problemi di salute dei
suoi pazienti, prescrive esami e visite specialistiche, scrive le ricette delle
medicine. Ciascun medico di base ha un orario settimanale in cui riceve i propri
assistiti. Le sue prestazioni sono gratuite. Le cure sanitarie pubbliche sono a pagamento? Per gli esami, le visite specialistiche, le
cure ospedaliere, si paga un ticket, il cui costo varia a seconda della
prestazione richiesta. Le cure del medico di base sono gratuite per
tutti. Gli esami, le visite specialistiche e le cure
in ospedale sono gratuiti per:
A quali cure hanno diritto le donne in
gravidanza? Tutte le donne straniere in gravidanza, in
regola e non in regola con il permesso di soggiorno, hanno diritto alle stesse
cure rivolte alle cittadine italiane. Durante la gravidanza:
accesso gratuito al consultorio familiare di zona. Il consultorio, dove opera
un'équipe formata da medici ginecologi e da infermieri, garantisce: visite
ginecologiche, consulenza medica, informazioni sulla gravidanza e il parto,
prescrizione degli esami che vengono normalmente eseguiti in gravidanza. Per il parto:
ricovero nei reparti Maternità degli ospedali. Per chi sceglie di interrompere la
gravidanza: per richiedere una
interruzione volontaria della gravidanza (aborto) si possono rivolgere al
consultorio familiare le donne maggiori di 18 anni. Per le minorenni è
necessario il consenso dei genitori o del tutore; in casi particolari di
minorenni seguite dal servizio sociale l'autorizzazione può essere data dal
giudice tutelare. L'aborto deve essere compiuto di norma entro
il 3^ mese di gravidanza. Solo in alcuni casi particolari (grave handicap del
nascituro, pericolo per la salute fisica o psichica della madre) è possibile
abortire fino al 5° mese di gravidanza. A quali cure hanno diritto i minorenni? Tutti i minorenni stranieri,
in regola e non in regola con il permesso di soggiorno, hanno diritto alle cure
mediche e alla tutela della salute. I figli di genitori regolari
appena nascono devono essere iscritti al Servizio Sanitario Nazionale presso gli
uffici della Usl del Comune o del quartiere in cui abita la famiglia. Quando si
va all'Usl per l'iscrizione del bambino, si deve scegliere anche il pediatra di
base, in un elenco di pediatri che operano nella zona di residenza della
famiglia. Fin dalla nascita, anche se l'iscrizione non è ancora stata fatta, il
bambino ha diritto alle stesse cure dei bambini iscritti. I minori stranieri irregolari
non possono essere iscritti al Servizio sanitario nazionale e non possono avere
il pediatra di base. Hanno però diritto a fruire delle cure mediche presso
tutte le strutture sanitarie pubbliche: ospedali, ambulatori specialistici,
consultorio pediatrico di zona. La legge italiana prescrive inoltre che a
tutti i bambini presenti sul territorio nazionale vengano praticate le
vaccinazioni obbligatorie. Per altre informazioni sulla salute dei
minorenni, vedi il capitolo "I figli".
La legge italiana riserva un'attenzione
particolare ai minorenni (cioè i minori di 18 anni d'età), nel rispetto delle
convenzioni internazionali che tutelano i diritti dell'infanzia. 3.1 l'unita' della famiglia Per farsi raggiungere in Italia dai propri
figli, o per raggiungere un figlio già in Italia, la legge consente:
3.2 la nascita di un figlio in italia Cosa bisogna fare appena nasce un bambino? 1. Una delle prime cose da fare è denunciare
la nascita sia allo Stato italiano che alle autorità cinesi in Italia, anche se
i genitori non sono in regola con le norme sul soggiorno:
2. L'altra cosa importante da fare appena
nasce un figlio, se almeno uno dei genitori è regolare, è iscriverlo subito al
Servizio sanitario Nazionale, anche se non è ancora stato iscritto sul
passaporto e sul permesso di soggiorno. 3. E' opportuno che i genitori che lavorano
come dipendenti con un regolare contratto si accertino di percepire gli assegni
familiari dal momento della nascita del bambino. Secondo la normativa italiana
sul lavoro, infatti, il datore di lavoro ha l'obbligo di corrispondere una somma
di denaro, in aggiunta allo stipendio mensile, per ciascun figlio a carico (vedi
capitolo Permesso di soggiorno). 3.3 la salute dei bambini Tutti i bambini, regolari e irregolari, hanno
diritto alle cure del Servizio Sanitario Nazionale? Al Servizio sanitario nazionale possono essere
iscritti solo i bambini i cui genitori (o uno di essi) sono in regola con il
permesso di soggiorno. Un bambino irregolare non può avere la
tessera del servizio sanitario pubblico e non può avere il pediatra di base. Però tutti i minorenni stranieri, in regola e
non in regola, hanno diritto alle cure mediche e alla tutela della salute. Perciò
gli irregolari possono fruire delle cure presso tutte le strutture sanitarie
pubbliche: ospedali, ambulatori specialistici, consultorio pediatrico. Come si fa a iscrivere un neonato al Servizio
Sanitario Nazionale? Il genitore regolare, appena il figlio nasce,
deve iscriverlo al Servizio Sanitario Nazionale presso gli uffici della Usl del
Comune o del quartiere in cui abita la famiglia, portando il certificato di
nascita rilasciato dall'anagrafe. Quando si va all'Usl per l'iscrizione del
bambino, si deve scegliere anche il pediatra di base, in un elenco di pediatri
che operano nella zona di residenza della famiglia. E' importante sapere che fin dalla nascita,
anche se l'iscrizione non è ancora stata fatta, il bambino ha diritto alle
stesse cure dei bambini iscritti. Cosa sono le vaccinazioni obbligatorie? La legge italiana prescrive che a tutti i
bambini presenti sul territorio nazionale, sia gli italiani che gli stranieri
regolari o irregolari, vengano praticate le vaccinazioni obbligatorie. Le vaccinazioni, che servono per evitare
alcune malattie molto gravi, devono essere fatte in periodi fissi: nel 3° mese
di vita, nel 5° mese, nell'11° mese, nel 3° anno e tra il 5° e il 6° anno. Ai bambini iscritti al Servizio sanitario
pubblico viene spedito a casa poco dopo la nascita un libretto che spiega cosa
sono le vaccinazioni, quando e dove si devono fare. Dove si va per vaccinare i bambini? Ci si presenta direttamente all'Ufficio
d'Igiene e, in molte città, anche negli ambulatori vaccinali di zona. Chi ha
ricevuto a casa il "libretto di vaccinazione" deve portarlo con sé. 3.4 mandare i figli a scuola I servizi pubblici per l'infanzia e la scuola
in Italia sono strutturati così:
Chi ha diritto di andare al nido e alla
materna? I minori regolari possono essere iscritti con
le stesse modalità che valgono per i cittadini italiani. Per i minori irregolari la legge nazionale non
fornisce indicazioni. Molti Comuni però si sono dotati di regole proprie che
consentono l'accesso al nido e alla scuola materna anche ai bambini senza
permesso di soggiorno. Come si fa a iscrivere un bambino al nido o
alla scuola materna? La domanda di iscrizione si presenta
direttamente alla scuola. Le iscrizioni devono essere fatte con notevole
anticipo, durante il precedente anno scolastico, secondo scadenze diverse in
ciascun Comune. E' importante informarsi per tempo sulle modalità e le date di
iscrizione perché i posti sono limitati; soprattutto per i nidi, conviene
iscrivere il bambino subito dopo la nascita. Chi ha diritto di andare alla scuola
elementare e alla scuola media? Tutti i bambini fino ai 15 anni d'età,
regolari e non regolari, hanno il diritto di andare a scuola. Per i genitori
mandare i figli alla scuola dell'obbligo è un dovere: chi non lo rispetta viene
punito dalla legge. Come si fa a iscrivere un bambino alla scuola
dell'obbligo? La domanda di iscrizione deve essere
presentata alla segreteria della scuola da un genitore, o da chi ne fa le veci,
munito di un documento d'identità del bambino con fotografia ( ad esempio la
fotocopia del passaporto del genitore, o il certificato di nascita) e del
certificato di vaccinazione. Dopo aver preso il diploma della scuola media
dell'obbligo, un minore straniero può iscriversi a una scuola superiore? Il ragazzo in regola con le norme sul
soggiorno può iscriversi e frequentare le scuole superiori secondo le stesse
modalità dei cittadini italiani. Il ragazzo non regolare può essere iscritto
"con riserva", che viene sciolta al conseguimento del diploma. Il possesso di un diploma scolastico italiano
non costituisce un requisito utile alla regolarizzazione. Un ragazzo residente all'estero può chiedere
di entrare in Italia per frequentare una scuola superiore? Sì, se ha più di 15 anni può richiedere il
visto di ingresso per studio all'autorità diplomatica italiana in Cina, e
ottenere poi un permesso di soggiorno per studio (vedi capitoli Il visto di
ingresso e Il permesso di soggiorno). 3.5 il lavoro minorile La legge italiana consente il lavoro dei
minori di 18 anni? In Italia è vietato far lavorare i bambini
prima del compimento del 15° anno d'età. Tra i 15 e i 18 anni il lavoro
minorile è consentito, ma è regolato da norme specifiche che hanno lo scopo di
tutelare i minorenni. Ci sono lavori ai quali i minorenni non
possono essere adibiti? Sì, tutti i lavori particolarmente faticosi,
pericolosi o ritenuti non adatti a un minore. Ad esempio: lavori di estrazione
nelle cave o nelle miniere; sollevamento e trasporto di pesi con carriole a
braccia in condizioni di pericolo; lavori su ponti sospesi; somministrazione al
minuto di bevande alcoliche. Quali procedure deve seguire il datore di
lavoro di un minorenne? Tutte le normali procedure di avvio al lavoro
e tutti gli obblighi che si seguono per i lavoratori maggiorenni. Prima di
assumere un minorenne, però, il datore di lavoro ha l'obbligo di ottenere un
riconoscimento di idoneità al lavoro, facendo visitare a proprie spese il
lavoratore minorenne presso il competente servizio dell'Usl; l'esito della
visita medica deve essere comprovato da un certificato da allegare al libretto
di lavoro. La visita medica deve essere ripetuta almeno una volta all'anno, a
cura e a spese del datore di lavoro. Quale deve essere l'orario di lavoro dei
minorenni? 8 ore giornaliere e 40 settimanali, con
l'obbligatorietà di una pausa dopo 4 ore e mezza di lavoro consecutive. E' vietato adibire i minorenni al lavoro
notturno, tra le 22 e le 6 del mattino fino a 16 anni d'età, tra le 22 e le 5
del mattino da 16 a 18 anni. Nei casi in cui il lavoro notturno sia
indispensabile al normale funzionamento dell'azienda i minori che abbiano
compiuto 16 anni possono lavorare durante le ore notturne, previa comunicazione
in merito da parte del datore di lavoro alla Direzione Provinciale del Lavoro. I minorenni hanno diritto a un riposo
settimanale di 24 ore consecutive. Hanno inoltre diritto ad almeno 30 giorni di
ferie all'anno se hanno meno di 16 anni, ad almeno 20 giorni se sono tra i 16 e
i 18 anni d'età. I lavoratori minorenni devono essere
retribuiti quanto i maggiorenni? Sì, a parità di lavoro hanno diritto a una
retribuzione uguale a quella dei maggiorenni. In quali sanzioni incorre il datore di lavoro
che non rispetta le norme sul lavoro minorile? E' passibile dell'arresto da un minimo di 1
mese a un massimo di 6 mesi o di ammende tra 500.00 lire e 10.000.000, a seconda
della norma cui è contravvenuto. 3.6 la cittadinanza Quale cittadinanza acquisisce un figlio di
stranieri nato in Italia? Acquisisce la cittadinanza dei genitori, o di
uno di loro se sono di cittadinanza diversa. In quali casi un bambino straniero che nasce
in Italia acquisisce la cittadinanza italiana per nascita?
In quali altri casi un bambino straniero nato
in Italia può acquisire la cittadinanza italiana?
3.7 i minori irregolari Quali possibilità offre la legge per
regolarizzare un minore irregolarmente presente sul territorio italiano, o per
tutelarlo comunque anche quando non è possibile la regolarizzazione? Esistono possibilità diverse a seconda della
situazione del minore e della sua famiglia.
3.8 l'espulsione Un minorenne può essere espulso dall'Italia? La legge vieta l'espulsione dei minori di 18
anni, ad eccezione di alcuni casi particolari, e fatto salvo il diritto di
seguire il genitore che sia stato espulso (vedi capitolo Espulsione). 3.9 il rimpatrio Cos'è il rimpatrio? L'autorità giudiziaria minorile può disporre
il rimpatrio di un minorenne regolare o irregolare, cioè il suo ritorno al
Paese d'origine, anche se ha uno o entrambi i genitori in Italia. Nei casi più frequenti il rimpatrio viene
adottato nei confronti dei minorenni che si trovano in Italia senza un adulto di
riferimento che eserciti la potestà genitoriale. Non si tratta di un provvedimento punitivo, ma
di una decisione presa quando il giudice ritiene che al Paese d'origine il
minore avrebbe una condizione di vita complessivamente migliore che in Italia. Il rimpatrio può avvenire anche in un Paese
diverso da quello d'origine, dove si trovino i genitori o altri familiari in
grado di prendersi cura del minore e disposti ad accoglierlo. Come avviene il rimpatrio? L'istituzione responsabile dei cosiddetti
rimpatri assistiti è il Comitato per i Minori Stranieri presso la presidenza
del Consiglio dei Ministri, che opera in accordo con i servizi sociali locali
che seguono direttamente i casi di minori per i quali si avvia la procedura del
rimpatrio. Prima di eseguire il provvedimento di
rimpatrio, viene fatta un'indagine per accertare che, nel Paese nel quale viene
inviato, il minore possa effettivamente riunirsi alla sua famiglia ed essere
adeguatamente mantenuto e educato. Il provvedimento viene adottato dopo aver
sentito il Giudice Tutelare. Se il minore è consenziente, il rimpatrio
viene eseguito a cura del servizio sociale; in caso contrario può essere
eseguito dal questore. Nel caso di minorenni con un procedimento penale in corso, per procedere al rimpatrio è necessario il nulla osta dell'autorità giudiziaria, che viene rilasciato se non sussistono inderogabili esigenze processuali che lo impediscono.
3.4-
L'ISTRUZIONE DEGLI ADULTI Uno straniero adulto regolarmente residente in
Italia ha il diritto:
4.1 iscriversi all'universita' Chi ha diritto di iscriversi all'Università?
Quali titoli di studio esteri sono validi per
l'iscrizione nelle Università italiane? I titoli di studio esteri sono validi per
l'iscrizione se consentono l'accesso all'Università del Paese in cui sono stati
rilasciati e se sono stati conseguiti dopo almeno 12 anni di scuola. Come si fa a iscriversi all'Università? Molte Università si sono dotate di un Ufficio
Stranieri dove si possono chiedere tutte le informazioni riguardanti
l'iscrizione. In mancanza di questo ufficio ci si rivolge
alla segreteria della facoltà prescelta. Le modalità di iscrizione e l'entità delle
tasse scolastiche variano a seconda della città, poiché le Università
italiane hanno ampie autonomie di gestione. Gli stranieri devono superare delle prove
specifiche per poter accedere all'Università? Sì, sia i già soggiornanti che coloro che
richiedono un visto di ingresso per studio devono superare una prova di pre -
iscrizione. In un periodo che varia a seconda
dell'Università e della Facoltà (in genere tra aprile e maggio) bisogna fare
le domande di pre iscrizione per poter poi sostenere la prova di ammissione. Quali documenti bisogna presentare per
iscriversi all'Università? Data la varietà di regolamenti adottati dalle
diverse Università, è bene informarsi direttamente sulla documentazione
necessaria presso la Facoltà in cui ci si vuole iscrivere. Tutti gli studenti stranieri devono produrre
comunque alcuni documenti basilari. Per gli stranieri soggiornanti in Italia:
a) il titolo degli studi secondari di secondo grado in originale o un attestato
sostitutivo (la fotocopia non è valida), tradotto ufficialmente in lingua
italiana. Chi ha ottenuto questo titolo dopo meno di 12 anni di scuola, deve
conseguire un diploma di maturità italiano; b) due fotografie di cui una autenticata; c)tessera di iscrizione al Servizio Sanitario
Nazionale; d) copia autenticata del permesso di
soggiorno; e) eventuali certificati di competenza nella
lingua italiana; f) eventuali documenti, ufficialmente tradotti
in italiano, che attestano il compimento all'estero di una parte di studi
universitari, se si vuole ottenere la convalida degli esami sostenuti e quindi
l'abbreviazione del corso di studi in Italia. Per la traduzione ufficiale dei documenti ci
si può rivolgere al Tribunale, a singoli traduttori ufficiali e giurati, alle
rappresentanze diplomatiche in Italia del Paese in cui i titoli sono stati
conseguiti. Per gli stranieri residenti all'estero:
a) il titolo degli studi secondari di secondo grado in originale o un attestato
sostitutivo (la fotocopia non è valida), tradotto in lingua italiana e
legalizzato. Chi ha ottenuto questo titolo dopo meno di 12 anni di scuola deve
produrre un certificato universitario che attesti il superamento di tutti gli
esami previsti per il numero di anni accademici necessari a raggiungere i 12
anni di scolarità (oppure richiedere l'ingresso in Italia per iscriversi a una
scuola secondaria superiore in cui concludere gli studi utili all'iscrizione
all'Università). b) due fotografie di cui una autenticata; c) documento che prova la copertura
assicurativa per cure mediche e ricoveri ospedalieri; d) eventuali documenti, ufficialmente tradotti
in italiano, che attestano il compimento all'estero di una parte di studi
universitari, se si vuole ottenere la convalida degli esami sostenuti e quindi
l'abbreviazione del corso di studi in Italia; e) eventuali certificati di competenza nella
lingua italiana. Per la traduzione e la legalizzazione dei
documenti ci si rivolge alla rappresentanza diplomatica italiana nel paese di
residenza. 4.2 i corsi per stranieri adulti Uno straniero adulto analfabeta nella sua
lingua può andare a scuola in Italia? Sì, presso alcune scuole elementari e medie
gli stranieri adulti in regola con le norme sul soggiorno possono iscriversi a
appositi corsi di alfabetizzazione, avendo quindi la possibilità di conseguire
il titolo di studio della scuola dell'obbligo. Non tutte le città al momento si sono dotate
di questi corsi. Uno straniero che ha interrotto gli studi nel
suo Paese può proseguirli e concluderli in Italia? Sì, può iscriversi agli appositi corsi di
studio integrativi che consentono di conseguire il titolo di studio della scuola
dell'obbligo o il diploma di una scuola secondaria superiore. Esistono corsi per imparare la lingua
italiana? Sì, la legge prevede l'organizzazione di
corsi di lingua italiana per stranieri adulti, demandandola in genere a
associazioni italiane o di stranieri.
Gli italiani e gli stranieri privi dei mezzi
economici necessari a vivere, inabili al lavoro, o in situazioni di difficoltà,
possono ricorrere all'assistenza pubblica, che può essere di due tipi:
5.1 l'assistenza dei servizi sociali
locali Che cos'è il Servizio Sociale? E' un ufficio pubblico, in genere gestito dal
Comune, che aiuta le persone e le famiglie in difficoltà. Esiste in tutti i Comuni italiani e, nelle
città più grandi, ha diverse sedi distribuite nei quartieri. Chi ha diritto di chiedere l'assistenza del
Servizio Sociale? Tutti i cittadini stranieri regolari e
residenti nel Comune dove ha sede il Servizio cui si rivolgono. Quali tipi di aiuto si possono ottenere dal
Servizio Sociale?
Come si fa per richiedere l'assistenza del
Servizio Sociale? Si telefona, o si va di persona negli orari di
apertura del Servizio, per prendere un appuntamento con l'assistente sociale. In
base a un colloquio, e alla produzione di documenti che dimostrano lo stato di
necessità, il Servizio valuta il caso e decide quale tipo di aiuto erogare. 5.2 l'assistenza dello Stato Chi ha diritto di ricevere le prestazioni di
assistenza sociale previste dalla legge italiana? Gli stranieri con un permesso di soggiorno
della durata di almeno un anno e residenti, o con la carta di soggiorno, e i
minorenni iscritti sul loro permesso o sulla loro carta, hanno il diritto di
fruire di tutte le prestazioni di assistenza sociale previste per i cittadini
italiani. Quali sono i principali tipi di assistenza
statale previsti dalla legge? L'assegno sociale.
E' una somma di denaro mensile destinata a chi ha almeno 65 anni d'età e si
trova in condizioni di bisogno economico, cioè con un reddito inferiore al
limite minimo di sopravvivenza fissato dalla legge. Viene erogato dall'INPS
(Istituto nazionale della Previdenza Sociale) per 13 mesi all'anno. Attualmente
l'assegno mensile ammonta a 6.593.000 lire annue. La pensione d'invalidità.
E' una somma di denaro mensile destinata a chi ha meno di 65 anni d'età, non può
lavorare a causa di malattie congenite o acquisite successivamente, purchè non
dipendenti da cause di lavoro, e dispone di un reddito inferiore al limite
minimo di sopravvivenza fissato dalla legge. Viene erogata dal Ministero
dell'Interno. L'assunzione obbligatoria.
La legge prevede l'assunzione obbligatoria presso le amministrazioni pubbliche e
le aziende private delle persone invalide o portatrici di handicap, secondo
quote di posti riservati. Come si fa per ottenere l'assegno sociale o la
pensione di invalidità? Bisogna inoltrare una domanda scritta agli
Enti o Istituti competenti per ciascun tipo di prestazione assistenziale. Le
procedure variano a seconda della prestazione richiesta, ma in generale sono
lunghe e molto complicate (anche per i cittadini italiani). Perciò per avere le informazioni necessarie e
per essere aiutati gratuitamente nell'espletamento delle pratiche si consiglia
di rivolgersi agli Enti di Patronato, facendoseli indicare dal Servizio Sociale
della propria città.
Un cittadino straniero o un figlio di
stranieri può acquisire la cittadinanza italiana? Sì, la cittadinanza italiana può essere
acquisita in tre modi:
Chi ha diritto all'acquisto della cittadinanza
per matrimonio? Il cittadino straniero sposato con un italiano
dopo 6 mesi di residenza in Italia o, se è residente all'estero, dopo 3 anni di
matrimonio. La cittadinanza può essere richiesta se nei 6
mesi o nei 3 anni prescritti non c'è stata separazione legale, scioglimento,
annullamento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. Cosa si deve fare per acquisire la
cittadinanza italiana per matrimonio? Si deve rivolgere una domanda scritta al
Ministro dell'Interno, presentandola alla Prefettura del luogo di residenza, o
all'autorità diplomatica italiana se il richiedente risiede all'estero. Alla
domanda deve essere allegata una copiosa documentazione, con tutti i documenti
cinesi tradotti in italiano e legalizzati. Chi non può ottenere la cittadinanza italiana
per matrimonio?
Come si riceve la cittadinanza italiana
acquisita per matrimonio? In base a un decreto del Ministro
dell'Interno. Dopo l'emanazione del decreto, bisogna prestare il
"giuramento", con una cerimonia ufficiale di conferimento della
cittadinanza italiana presso il Comune di residenza. Lo Stato italiano può rifiutare di concedere
la cittadinanza per matrimonio? Sì, ma solo a chi si trovi nelle particolari
condizioni in cui la legge vieta di ottenerla. Chi ha subito una condanna penale, ma è stato
riabilitato, può ripresentare la domanda di cittadinanza dopo 5 anni dal
provvedimento di rifiuto. Chi può richiedere la cittadinanza per
naturalizzazione? Il cittadino straniero che risiede in Italia
da almeno 10 anni, è ben inserito nella società italiana e economicamente
autosufficiente. Cosa si deve fare per acquisire la
cittadinanza italiana per naturalizzazione? Si deve rivolgere una domanda scritta al
Presidente della Repubblica, presentandola alla Prefettura del luogo di
residenza e allegando una copiosa documentazione, con tutti i documenti cinesi
tradotti in italiano e legalizzati. In questo caso la concessione della
cittadinanza è a discrezione dello Stato italiano, che esprime un giudizio di
gradimento nei confronti dello straniero richiedente. Come si riceve la cittadinanza italiana
acquisita per naturalizzazione? In base a un decreto del Presidente della
Repubblica. La decisione dello Stato sulla concessione
della cittadinanza per naturalizzazione deve essere presa entro 3 anni dalla
presentazione dell'istanza. Il giuramento, cioè la cerimonia ufficiale di
conferimento della cittadinanza italiana, deve essere prestato presso il Comune
di residenza entro 6 mesi dal decreto di concessione. Si può fare ricorso contro un provvedimento
di rifiuto della cittadinanza? Sì, si può ricorrere al T.A.R. (Tribunale
Amministrativo Regionale) del Lazio. Si può rinunciare alla cittadinanza italiana? Sì, in particolare in due situazioni:
E' importante sapere che chi acquista un'altra
cittadinanza non perde automaticamente quella italiana: resta cittadino italiano
finchè non presenta una dichiarazione di rinuncia. |
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